
15 Feb Antonello da Messina: un siciliano dal temperamento europeo
“La più bella mano che io conosca nell’arte”
(Roberto Longhi)
Abbiamo diverse opera datate e firmate da Antonello da Messina, ma non possediamo alcun documento in grado di indicarci la sua data di nascita; nacque come Antonello di Giovanni d’Antonio attorno al 1430, a Messina, dove morì nel 1479.
La sua formazione avvenne, probabilmente, a Napoli presso la scuola di Colantonio, artista profondamente influenzato dalla cultura figurativa fiamminga.
Nel messinese è infatti fortemente evidente una certa familiarità con la pittura nordica, in particolare con il grande Petrus Christus che, secondo alcune testimonianze, avrebbe conosciuto durante un suo soggiorno a Milano.
Rimane nel dubbio il fatto che i due artisti si siano realmente incontrati, tuttavia è innegabile la straordinaria somiglianza che avvicina l’opera di Antonello a quella di Petrus.
Comunque sia, tecnicamente Antonello è e rimane un fiammingo, anche e soprattutto per la finezza della sua tecnica, cosa che spiega la rovina di molte sue opere di cui rimane solo notizia e traccia nelle tele dei pittori che vennero a contatto con lui.
Tra il 1475 ed il 1476 soggiornò a Venezia, dove ebbe modo di conoscere il grande pittore della Serenissima Giovanni Bellini.
Uno fra i quadri meglio conservati è, senza dubbio, il San Girolamo nello studio, opera documentata a partire dal XVI secolo ma della quale, già all’epoca, si nutrivano dei dubbi circa la sua paternità.
Ciò che colpisce maggiormente in questo dipinto è lo straordinario e preciso impianto prospettico: un impianto complicato, ma ineccepibile dal punto di vista costruttivo.
Ecco che con Antonello la nobile tradizione fiamminga si sposa con una costruzione spaziale tutta italiana: la definizione dei dettagli innestata su una perfetta e compiuta definizione dell’insieme.
Egli costituì, infatti, una sorta di ponte fra l’Italia meridionale ed il resto del mondo, punto di contatto fra il nord ed il sud, capace di dare origini a soluzioni originalissime e particolari: l’esemplare fusione della prospettiva italiana con gli effetti cromatici e micrografici dei fiamminghi.
Antonello eseguì varie ed importanti opere nel territorio siciliano, dove si conserva uno dei suoi capolavori: l’Annunciazione, che con il San Girolamo nello studio condivide uno spazio illusivo studiato nei minimi dettagli, come una realtà perfettamente abitabile.
Piccola, fragile e devastata da lacune, l’opera, recentemente restaurata, ha in comune con il suo autore un passato alquanto oscuro e travagliato. Un’Annunciazione narrata come un’epifania domestica: l’evento della rivelazione calato nelle realtà concreta e visibile del quotidiano.
Lo spettatore è invitato ad entrare in quella casa e nel miracolo che vi si compie attraverso la sapiente costruzione scenica: l’architrave, lo scorcio del soffitto e la colonna in primo piano creano una dimensione di compartecipazione all’evento religioso.
Altra opera degna di nota per la sua inusuale iconografia è l’Annunziata dove, attraverso gli occhi della Madonna, siamo tutti chiamati a porci nel ruolo saturo di mistero dell’arcangelo Gabriele.
La straordinaria finezza pittorica di Antonello si dimostra, altresì, nei ritratti, dove è evidente la sua capacità di affrontare una gamma incredibile di espressioni facciali: volti dagli sguardi intensi, colmi di stupore e di mistero, che accennano sorrisi e cercano una complicità ambigua con lo spettatore.
A proposito del Ritratto dell’ignoto marinaio, Vincenzo Consolo si espresse con delle toccanti parole che possono essere estese, a livello più generale, alla capacità ritrattistica di Antonello: “tutta l’espressione di quel volto era fissata, per sempre, nell’increspatura sottile, mobile, fuggevole, dell’ironia, velo sublime d’aspro pudore con cui gli esseri intelligenti coprono la pietà.”
Espressioni enigmatiche e misteriose avvolgono i volti dipinti da Antonello, come pervasi da un velo di magico incanto e d’inafferrabile fascinazione.
Antonello da Messina rappresentò, così, un punto di arrivo fondamentale nella pittura del Quattrocento, il trait d’union tra l’arte razionale di Piero della Francesca e quella più descrittiva e brillante degli artisti nordici, orchestrando una felice sintesi tra luce e spazio, tra vero ideale e bello naturale, tra cronaca e storia.
dbd66
Posted at 07:53h, 17 febbraioTemplate nuovo ..Ummm…….
Ci eravamo oramai affezionati alla limpida semplicità del vecchio blog .
Poco visibili il titolo , l’ autore e la pagina Vision che meglio
caratterizzavano fin dal primo impatto il tuo pregievole lavoro .
Decisamente ergonomica la barra delle categorie ed i menu spostati a destra.
Una tiratina di orecchie per il restringimento dei Fonts . Sai , noi poveri “anziani” senza occhiali ….
Per il resto sarà da farci l’ abitudine e magari con il tempo ci abiteremo a questo
Tzunami grafico 🙂
barbarameletto
Posted at 08:43h, 17 febbraioDiciamo che ci sto ancora lavorando abbi fede 😉
barbarameletto
Posted at 08:44h, 17 febbraioP.s. non esiste nulla di definitivo e si può sempre tornare all’antica maniera 🙂
dbd66
Posted at 07:44h, 18 febbraioBella la “nuova” copertina .
Come pure la versione full optional d’ altronde 🙂
Il primo piano è noto , ma lo sfondo cos’ e ?
barbarameletto
Posted at 18:47h, 18 febbraioPrimo piano, sfondo? Devi arrivare più nel dettaglio, mi sono resa conto che, forse, ciò che io vedo non è ciò che a tutti appare. 😀
Anche il mio blog risente di una sorta di crisi d’identità pirandelliana … 😉
dbd66
Posted at 07:09h, 19 febbraioDeve scusarmi , ma le fredde logiche informatiche hanno oramai monopolizzato
il mio tessuto culturale e drammaticamente diradato le mie facoltà lessicali 🙁
In pratica la “versione full optional” è la copertina visibile nel vostro profilo FB
dove si scorge con chiarezza in primo piano l’ autrice mentre mi sfugge la genesi
di quella sorta di meduse murali che appaiono sullo sfondo ….
Ora vado a googlare ” crisi d’identità pirandelliana …” 🙂
barbarameletto
Posted at 19:22h, 19 febbraioLe “meduse murali” fanno parte di un dipinto murale appunto… 😉 Il nuovo formato è ancora in gestazione, ma dimmi: ti stai un pò abituando?
dbd66
Posted at 08:14h, 20 febbraioSono un abitudinario e cambio spesso abitudini .
Quindi sì , il nuovo template convince .
Ho pure l’ abitudine di riguardare film gia visti .
Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante di Peter Greenaway .
Stavolta sono riuscito a percepire il contesto pittorico delle
scenografie piuttosto che il grottesco gastronomico dell’ opera .
Merito del tuo Blog 🙂
Come insegni tu l’ arte ( la bellezza ) sono negli occhi di chi la guarda .
D.DB
barbarameletto
Posted at 18:53h, 20 febbraioAnch’io sono un’abitudinaria, ma cambiare fa bene, aiuta a vedere le cose secondo prospettive nuove ed inusitate, apre la mente ed il cuore. 😉
Bello quel film, è da tanto che non lo vedo, sono contenta che tu abbia aperto le porte ad una nuova percezione delle cose. 😀